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atto quarto. — sc. x. 425

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SCENA X.

ALFREDO.

Oh che feci! — Oh rimorso! — All’assassinio
Sì debolmente resistei? — Niun frutto,
È ver, mia resistenza avuto avrebbe; —
Eppur voce segreta a me rinfaccia
Abbominevol codardia. Ammendarla
Voglio. Ad Arrigo corrasi. Destiamo
In lui rimorso tal, che il mio pareggi.


ATTO QUINTO.

Piazza.


SCENA I.

Parecchi Cittadini.


1° Cittad. Detto vien ch’un de’ giudici pentito
Andò a’piedi del re.— «Sire, gli disse,
Moro è innocente.»
2° Cittad.                                    E il re?
1° Cittad.                                              Da sè con ira
Il pentito cacciò.
2° Cittad.                               La perfid’Anna
Così cangiò del buon Arrigo i sensi;
A stragi sempre ella il sospinge.
1° Cittad. A torto
Odio su lei si scaglia universale,
Per iscusare il re. Causa innocente
De’ delitti d’Arrigo è la infelice.
Chi dappresso la vede assevrar puote
Ch’ella molto con lagrime, ed invano,

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