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46 | eufemio di messina. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:51|3|0]]
Europa del Coran sparger la luce,
Tal fu il prometter mio; vedi qual sorse
Pronta a ovunque seguirmi oste infinita.
Teodoro.Oh sacrilega audacia! E ad ingojarti
Non s’apre il suol! Guerra a’ paterni templi
Rechi! Delitto havvi maggior? Pel fato,
No, di Sicilia non pavento: il cielo
Fia che pugni per lei. Sbrama in me pure
L’antica tua sete di sangue: i lunghi
Miei di bastaro alla mia gloria. Averti
Nel seno mio.... funesto sangue.... nodrito,
La taccia ell’è ch’unica avrommi, e solo
Rimorso è questo onde morendo io gema.
Vibra: chi frena il braccio tuo? punisci
I benefizi che tant’anni io sparsi
Su l’iniquo tuo capo. A farti ardito
Rimembrar deggio i miei delitti? Mira:
Questo è il loco, ove in pugne altre ti vidi
Infra le turbe umil guerrier; quell’onde,
Quelle rupi m’udîr quando t’assunsi
Sovra i tuoi pari a comandar. Le gesta
Tue mi rapían: mi t’avvincea soave
Magico affetto: de’ più illustri duci
Le querele respinsi: a un vil soldato
Riverenti li fei. Tradirmi ognuno
Può, fuor ch’Eufemio, dissi; ei dunque solo
M’ami e vegli su me, ch’ei solo è invitto.
Tanto cieco m’era io!... ma tutta apparve
A me tua iniqua ambïzion; m’apparve
Quel dì che (immemor del mio grado) osasti
Genero a me offerirti: al soglio mio
Con ciò tentavi acquistar dritti. Io niego
A te mia figlia; e a tradimenti infami
Tosto volgi il pensier....
Eufemio. Sognata infamia!
Da te o da’ cortigiani erano compre
Del mio tradir le false prove. A stento
Scerno, se a danno mio l’altrui perfidia