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I SETTE A TEBE | 167 |
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Antistrofe II
Ahi, ahi, ahi, ahi!
Verberan sassi gli spalti alla cima,
o Apollo dilettissimo!
Di bronzei scudi alle porte è lo squillo!
Onca, di Giove figlia
beata4, a cui concesso è nella mischia
de la guerra guidar la sacra sorte,
tu salva Tebe dalle sette porte!
Ahi, ahi, ahi, ahi!
Strofe III
Ahimè, potentissimi Superi,
O Divi, o Giove, custodi ben vigili
di queste mura, deh, preda non giaccia
la città nostra cui guerra flagella
di questa turba ch’estrania favella.
Udite, è giusto, la prece che levano
queste fanciulle, alte al cielo le braccia.
Antistrofe III
Ahimè, dilettissimi Dèmoni,
voi che la rocca cingete, a difenderla,
mostrate adesso che Tebe v’è cara.
Voi proteggete l’altare ed il tempio,
lunge da loro tenete lo scempio.
E vi sovvenga che a voi tante vittime
ne l’orge sacre spruzzarono l’ara.