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I SETTE A TEBE 175

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rivolgi, e cari non ti siano gli ululi
né le vane selvatiche querele:
al destino fuggir, tanto, non puoi.
Or vado, e scelgo sei guerrieri — e settimo
pongo me stesso, che alle sette porte
contro i nemici di gran lena voghino,
pria che affannati messaggeri giungano,
e veloci sussurri si diffondano
nella distretta, a conturbarci l’animo.
Eteocle parte. Le fanciulle si aggruppano di nuovo
intorno all’ara.



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