< Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

I SETTE A TEBE 203

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu{{padleft:242|3|0]]

araldo
Questi or distrugge l’infelice stirpe:
onde allegrarci insiem dobbiamo, e piangere.
E’ salva Tebe, ma i suoi duci s’ebbero
dal ferro scita cui die’ tempra il màlleo12,
partiti i beni. Dagl’infesti voti
del padre spinti, tanto avran di terra
quanta sia la lor fossa. E’ salva Tebe;
ma dei fratelli re, spenti con mutua
strage, la negra terra il sangue beve.
L'araldo si ritira.


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.