Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
MEDEA | 97 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu{{padleft:100|3|0]]
medea
No certo: seppellirli io stessa intendo,
con le mie mani. Nel sacrario d’Era16,
Diva d’Ascrèa, li porterò, ché niuno
dei nemici l’insulti, e non profani
le tombe loro. E in questo suol di Sísifo17
sacre istituirò feste, e cortei,
per espiare questa orrida strage.
Alla terra mi reco io d’Erettèo18,
e con Egèo, figliuolo di Pandíone
abiterò: tu, com’è giusto, morte
farai da tristo, ché sei tristo: avranno
amaro fine le tue nuove nozze.
giasone
Dei fanciulli l’Erinni ti stermini,
e Giustizia, l’ultrice del sangue.
medea
E qual Genio, o spergiuro, t’udrà,
quale Iddio, traditore degli ospiti?
giasone
Ahi, ahi, turpe assassina dei figli!
medea
Entra: appresta alla sposa il sepolcro.
Euripide - Tragedie, 11-7 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu{{padleft:100|3|0]]