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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu{{padleft:189|3|0]]
corifeo
Se non m’inganno, Admeto, alla tua casa
rivolge il pie’ d’Alcmena il prode figlio.
Entra Ercole, conducendo per mano una donna di forme giovanili, eleganti, tutta avvolta in un velo nero.
ercole
A un amico, parlar liberamente
bisogna, Admeto, e non tacere, e chiuse
dentro tenere le rampogne. Io, giunto
tra i mali tuoi, ben degno mi credevo
che l’amicizia mia mettessi a prova;
ma tu la esposta salma della sposa
mi nascondesti; e d’un estranio lutto
ti fingesti dolente, e m’ospitasti.
Ond’io la fronte ghirlandai, libai,
nella tua casa sventurata, ai Numi!
Ti rampogno di questo, ti rampogno.
Ma non vo’ fra i tuoi mali piú crucciarti.
Senti adesso perché son qui tornato.
Prendimi questa donna, e custodiscila,
sin quando, ucciso dei Bistoni17 il re,