< Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
220 | EURIPIDE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu{{padleft:223|3|0]]
e quante, presso dell’Ismèno ai rivi,2
di Dirce all’acque, ostili armi s’accolgono.
Ascendono ad una terrazza.
antigone
Porgi la vecchia tua mano, a me
giovine porgi, sí ch’io piú facile
sui gradi levi l’orma del pie’.
pedagogo
Ecco la man, fanciulla. In punto giungi:
l’esercito pelasgo3 è su le mosse
già, già le schiere in ordine si pongono.
antigone
O di Latona figlio, o Sovrana
Ecate, folgora
irta di bronzo tutta la piana.
pedagogo
Non senza forze Poliníce, ma
con destrieri molti, ma con fremito
d’innumerevoli armi a Tebe venne.
antigone
Dai lor serrami sono le porte
ben chiuse? Gli àsseri
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.