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ERCOLE 139

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ercole
Visto m’avesse pur l’intera Tebe,
nulla mi fa. Ma poi che in plaghe infauste
volar vidi un augello, intesi ch’era
su la mia casa qualche mal piombato,
e per prudenza di nascosto entrai.
anfitrione
Sta bene. Entra or, saluta l’ara, fa’
che la tua casa ti rivegga. Il re
stesso verrà per trarre la tua sposa
e i tuoi figli al supplizio, e me sgozzare.
Tutto potrai, se tu qui resti, compiere
sicuramente, o figlio; e non sconvolgere
Tebe, prima d’aver questo trionfo.
ercole
Tu dici bene, ed io cosí faccio. Entro
nella casa. Poiché giunsi dai bàratri
d’Ade e di Cora senza sole, dopo
sí lungo tempo, ai Numi intendo volgere
del focolare il mio primo saluto.
anfitrione
Davvero, o figlio, sei disceso all’Ade?

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