< Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu{{padleft:58|3|0]]
Giunge un messaggero.
messaggero
Donne, vi reco assai grate novelle.
Primo, libero io son: ché prigioniero
fui nella guerra che le sette schiere
dei re defunti combatteron presso
l’acque di Dirce6. La vittoria annuncio
poi di Tesèo. Non far lunghe dimande.
Di Capanèo, dal fulmine di Giove
incenerito, un dei famigli io sono.
coro
Lieto è ciò che di te dici, o carissimo,
e di Teseo! Se salvo è pur l’esercito
d’Atene, in tutto il tuo messaggio è lieto.
messaggero
È salvo. E ciò che Adrasto dovea compiere
con gli Argivi, quand’ei mosse dall’Inaco
contro i valli di Tebe, esso ha compiuto.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.