< Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) III.djvu
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coro
Strofe I
Ahimè, come col mal commisto è il bene!
Pei duci dell’esercito
duplice fu l’onor della vittoria:
tutta una gloria è Atene.
Ma dei figli veder le membra esanimi,
quanto amaro è per me! Lieta è la vista
d’un dí ch’io non pensai dovesse sorgere;
e insieme il cruccio piú fiero m’attrista.

Antistrofe I
Senza nozze serbate ognora, e sole
ci avesse il tempo, il vecchio
padre dei giorni, sino a questo termine!
Che mi giovò la prole?
E quale ambascia, se di nozze ai vincoli
sfuggivo, mi colpia maggior di questa?
Or lo vedo ben chiaro: i figli perdere,
è piú d’ogni altra sciagura funesta.

Ma i corpi già vedo che giungono
dei figli defunti. Oh me misera,

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