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68 | EURIPIDE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu{{padleft:71|3|0]]
verso di me, guardar negli occhi ardisci
i tuoi nemici: ché ricever devi
comandi, ora, e non darne. Or dimmi: quello
sei tu, lo vo’ saper, che al figlio mio
ch’ora si trova ove si trova8, ardivi
scagliare oltraggi? Quale offesa mai
contro lui non osasti? All’Ade vivo
scendere lo facesti, idre e leoni
a uccider l’inviasti; e gli altri rischi
che macchinasti, non dirò: sarebbe
troppo lungo il discorso. E tanto ardire
non ti bastò? Ché me da tutta l’Ellade
e i suoi figliuoli via scacciasti, quando
dei Numi all’are sedevamo supplici,
alcuni vecchi, altri che ancor non parlano.
Ma una libera gente, ed una libera
città trovasti, che di te non ebbero
timore. Ed or, di trista morte devi
morire; e tutto ancor sarà pel tuo
vantaggio: dopo tanto mal commesso,
non dovresti morir solo una volta.
messo
Che tu morte gl’infligga, esser non può.
alcmena
Dunque, prigione l’abbiam fatto invano?
messo
Giusto non par di questa terra ai principi.