< Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
72 EURIPIDE

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu{{padleft:75|3|0]]


coro
ad Alcmena.

Odi un consiglio mio: quest’uomo libero
lascia, e il voler della città rispetta.

alcmena

E se potessi rispettarlo e ucciderlo?

coro

Sarebbe il meglio. E come esser potrebbe?

alcmena

Chiaro te lo dirò. L’ucciderò,
ed agli amici renderò la salma,
che giungano a cercarla. E rispettate
cosí le leggi avrò d’Atene, ed egli
con la morte scontata avrà la pena.

euristeo

Dammi pur morte, io non t’imploro. E a questa
città che m’ha risparmiato, che
di darmi morte ebbe riguardo, in dono
offro un antico oracolo d’Apollo,
che un dí le gioverà piú ch’or non creda.
Quando morto sarò, sepolcro datemi
dov’è fatale, innanzi alla divina
vergine di Pallène9. E a te benevolo
e per Atene salvator metèco

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.