Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
130 | EURIPIDE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu{{padleft:133|3|0]]
dei padri i lari, né d’Atena il tempio
dalle bronzee pareti4.
elena
Epodo
Ahi, ahi, quale uomo, di Frigia
nato, o su suolo ellenico,
il pin tagliò, per Ilio
di lagrime foriero? Indi il Priàmide,
la sua nave di morte
compaginata, in mare
spinse il remo barbarico
verso il mio focolare,
verso la mia bellezza infelicissima,
per avermi consorte.
E l’omicida frodolenta Cípride
con lui giunse, rovina
ai Danàidi recando ed ai Priàmidi:
che sorte, ahimè, tapina!
Ed Era, sopra gli aurei
troni di Giove sposa venerabile,
il figliuolo di Maia
pie’ veloce spedí; ché, mentre io petali
nel mio peplo cogliea freschi di rosa,
che recare volevo al tempio bronzeo
d’Atena, a questa mi rapí per l’ètere
terra calamitosa,
perché di guerra causa
contro i figli di Priamo io fossi a l’Ellade.
E di me trista fama or su le rive
del Simoenta vive.