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166 | EURIPIDE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu{{padleft:169|3|0]]
Ma cercare profeti allor che giova?
Dai Celesti impetrar conviene il bene
coi sacrifizi, e abbandonar gli oracoli.
Vana e dannosa invenzïon fu questa.
Niun infingardo mai ricco divenne
grazie alle fiamme degli altari: il senno
è il profeta migliore, e il buon consiglio.
coro
Il mio parer sugli indovini, è simile
a quel del vecchio: l’uom ch’abbia propizi
gli Dei, l’ottimo in casa ha degli oracoli.
elena
Tutto sin qui procede bene. E come
salvo da Troia, o misero, tornasti,
poco giova saperlo: eppur, conoscere
braman gli amici degli amici i mali.
menelao
D’una sola parola e d’un sol passo
molte cose tu chiedi. E a che ridirti
i näufragi dell’Egèo, di Nauplio,5
i fuochi su l’Eubèa, di Creta e Libia
le città dove m’aggirai, di Pèrseo
i promontorî? Il mio discorso fine
mai non avrebbe: soffrirei parlando,
soffrii di fatto: e avrei duplice angoscia.