< Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

EDIPO RE 19

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu{{padleft:22|3|0]]



CANTO D’INGRESSO DEL CORO


Ventiquattro vegliardi entrano a lenti passi ritmici, misurati sul canto, e, dopo qualche evoluzione, si collocano intorno all'altare di Diòniso, dove rimangono sino al fine dello spettacolo.


coro


Strofe I
165Dolce parola di Giove, che giungi da Pito opulenta
a Tebe fulgidissima3,
che dici tu? Trema pavida l’anima, balza sgomenta,
Peane, Signore di Delo,
trepida, incerta: qual sorte,
170fra poco, o nel volger degli anni, tu appresti per me?
Tu dimmelo, figlia dell’aurea Speranza, tu Fama perenne.

Antistrofe I
Prima te supplico, Atena, di Giove figliuola immortale,
e tua sorella Artèmide,
che questa terra tutela, che siede su trono di gloria
175nel giro dell’àgora4; e Febo
che lungi saetta: mostratevi!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.