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da chi sia privato, e di deporgli per questo verso. È lecito ancora ai Cosmi in questi tempi di rinunciare il magistrato. Ma queste cose tutte è meglio ch’elle siano fatte per via della legge, che per volontà degli uomini, perchè tal ordine non è sicuro, ma di tutti è pericolosissima quella deposizione dei Cosmi che vi si fa dai cittadin grandi. La quale spesse volte vi s’usa, quando e’ non voglion esser castigati. Per il qual verso si vede che un tale ordine ha un certo che di republica; ma che e’ non è da republica; anzi che egli è piuttosto da una forza di pochi potenti. Nel qual tempo hanno eglino in costume concitare il popolo, e gli amici di dar la balìa a un solo, e muovere sedizioni e combattimenti, l’un contro l’altro.

Ma in che manca un simile tumulto, che e’ non cagioni per qualche spazio di tempo, che tale non si possa più dire città? Anzi che la civil compagnia non vi si dissolva? Corre in simili tempi la città gran pericoli da chi volesse o potesse farle del male. Ma come io ho detto, quel sito è la salvazion d’essa; che fa star i forestieri da lontano. E di qui nasce ancora, che in Candia li Perieci vi stanno fermi; e gli Iloti pel contrario in Sparta vi si ribellano spesso: che li Candiotti non fanno lega con alcun principato forestiero. Ma la guerra esterna che a’ tempi nostri fu mossa in quella isola, fe’ manifesta la debolezza di quelle leggi.

E di tal modo di republica basti quel tanto, che n’è stato per infino a qui detto.


Li Cartaginesi ancora mostran d’avere buon modo di reggimento; ed infra i loro ordini n’hanno alcuni superflui in comparazione di quegli dell’altre città: e certi n’hanno

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