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132 | trattato dei governi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato de' governi.djvu{{padleft:151|3|0]]eleggerlo per successione di stirpe, ovvero per elezione: ovvero non è bene eleggerlo. O s’egli è bene che uno solo sia padrone di tutte le cose, o no. — Il considerare adunche d’un sol capitano d’eserciti sta bene piuttosto a farne considerazione, dove si tratti delle leggi, che dove si tratti delle republiche: imperocchè un tale ufficio si può fare in ciascheduna republica, e però lascisi il considerare di questa prima specie. L’altro modo di regno fa bene specie di republica, onde di tale sta bene di farne considerazione; e di andare toccando così alquanto quei dubbî, che ci sono dentro. — E sia principio della quistione, se egli è cioè piuttosto meglio essere governato da un uomo, che sia ottimo, che da ottime leggi. La ragione di chi giudica migliore il governo d’un ottimo, è perchè le leggi parlano solamente in universale; e non comprendono li casi particolari. Onde in ciascuna arte apparisce per stolta cosa il governarsi a punto per via dello scritto. Che in Egitto è lecito ai medici dopo il terzo dì a punto muovere il corpo, e se e’ lo fan prima, e’ fan ciò a loro rischio. È manifesto adunche per la ragione detta, che la republica ottima non è constituita per via di scritti, nè per via di leggi: e contuttociò pure bisogna, che quel parlare universale sia innanzi a chi regge i popoli. Onde è meglio dare il governo in mano a chi non ha le perturbazioni, che a chi l’ha per natura. Nella legge adunche elle non sono, ma sì in tutte l’anima umana è necessario ch’elle sieno. — Ma forse qui direbbe uno, che per tal ragione e’ verrà a consigliare meglio i particolari. È pertanto manifesto, che di necessità conviene che il principe sia legislatore; e ch’e’ sieno poste le leggi, ma che elle non sieno padrone da quella banda, ove elle mancano; perchè negli altri casi è di necessità, ch’elle sieno padrone. Ma dove e’ non è possibile, che le leggi