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famigliari, che con gli altri; siccome io ho detto innanzi, in caso, dico, che e’ si stimino di essere stati ingiuriati.
E ciò avviene ragionevolmente, imperocchè da chi e’ dovevono riportare benefizio, e’ veggono, oltre al danno loro fatto, che e’ sono di tale benefizio privati. Onde è in proverbio, le inimicizie sono infra i frategli; e quegli, che troppo s’amano, li medesimi troppo si odiano. In quanto adunche a quei, che debbono essere cittadini, quanti e’ debbino essere per numero, e di che qualità, ancora quanto debba essere grande la provincia e di che natura, siesene quasi determinato abbastanza: che e’ non si debbe ricercare la medesima diligenza per via di ragioni, ancora nelle cose, che appariscono
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per via del senso.
Ma perchè così come nelle cose, che sono per natura composte, non tutte quivi si debbono chiamare parti del composto quelle, senza le quali ella non può mantenersi, parimente della città non si debbon dir parti sue tutte quelle, senza le quali ella non può fare, nè il medesimo si debbe stimare di nessuna altra compagnia, della quale ne risulti una cosa generica; perchè ei debbe essere una certa cosa comune, e la medesima quella, di che tutti li cittadini abbino a partecipare, o ugualmente, o disugualmente, che ella sia partecipata da loro. E sia questa tale cosa come dire cibo, o possessione di terreno, o altra cosa simile.
Quando adunche di due cose una opera per conseguire un fine, e non l’altra, allora e’ non è cosa comune infra loro, ma all’una è il fare, e all’altra è il ricevere: