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certo che con ragione ella s’ordina a fine di tutte queste cose, e di tutte tre partecipa, perchè lo spasso è per fine di riposo, e il riposo ha il piacevole per necessità, essendo egli una medicina del dolore cagionato dalle fatiche, e lo intrattenimento, a detto d’ogni uomo, dovendo non pure avere l’onesto, ma ancora il piacevole, conciossiachè la vita felice sia un misto d’amendue queste cose. E la musica ogni uomo la confessa per cosa piacevolissima, e stietta da sè, e congiunta col suono. – Museo ancora in confermazione del mio detto afferma questo dicendo:
- Il canto a’ mortali è dolce e suave.
Onde la musica ragionevolmente è tenuta in pregio per intrattenere gli uomini insieme, e per far passare l’ozio onestamente; come cosa, che abbia forza di dilettare. E però di qui si può cavare ancora, che e’ si sia ben fatto ammaestrare i giovanetti, e non pure in questa, ma in tutte l’altre cose, che infra le piacevoli mancano di nocumento, e servono non tanto al fine quanto al riposo. Ma perchè di rado avviene, che gli uomini sieno nel fine, e che sovente e’ si riposino, e piglinsi degli spassi, non per l’eccesso, ma per quanto serva al ricrearsi, perciò è utile di dilettarsi in quei ricreamenti che dalla musica sono derivanti.
Ma gli uomini si son fatti fine li giuochi, e li spassi. Nè forse è falso che il fine abbia qualche piacere, ma è falso, ch’egli abbia qual un si voglia. E gli uomini ricercando del piacere, che è proprio del fine, pigliano questo per quello, per aver ei similitudine col fine delle azioni. Chè a dire il vero il fine non è eligibile per cagione di cosa alcuna, che abbia ad essere; nè li piaceri detti ancora sono per cagione