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Per queste cose adunche sia manifesto, che la musica ha forza di preparare costume nell’anima, e se ella può fare un tale effetto, per certo ch’ella si debbe pigliare, e debbonvisi dentro disciplinare i giovanetti.

Perchè oltra di questo la disciplina musicale è convenientissima a simile natura fanciullesca, perchè li giovanetti mediante l’età non fan volentieri cosa alcuna, dove non sia attaccato il piacere, e la musica ha da natura il piacevole. E pare ancora, che infra noi e l’armonie, e li numeri sia una certa parentela, e però hanno detto molti filosofi, alcuni cioè, che l’anima è armonia, e alcuni ch’ellaha l’armonia.


Ma se li giovanetti debbono imparare essi a cantare, e a toccare con mano gli istrumenti, o no (siccome io ho dubitato innanzi) è ora da vedere. Ed è chiaro, che questo importa assai al fargli di questa, o di quella qualità, cioè se uno comunica in essi esercizî, imperocchè egli è cosa impossibile o almeno difficile, che chi non comunica e non tratta uno esercizio, ne possa dare buon giudizio. E ancora è forza, che i fanciugli abbino da baloccarsi in qualche cosa, e debbesi stimare per buono lo instrumento d’Archita, che si dà loro in mano, acciocchè, trastullandosi con esso, e’ non rompino niente di casa: perchè il giovanetto non può stare fermo. È pertanto questo spasso conveniente ai fanciugli, e la disciplina dello instrumento sopraddetto è buona a quei, che sono maggioretti.

Ed è chiaro pei detti nostri che l’erudizione nella musica debba essere di sorte che essi la esperimentino in fatto. Ma e’ non è già difficile a determinarsi quanto se

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