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vi tendono. Questo medesimo che io ho detto dei flauti, avviene nella più parte degli antichi instrumenti; come sono le lire, e gli instrumenti di sette corde che generano a chi gli usa piacere: così gli instrumenti di tre corde, e le sambuche, e tutti quegli che dell’arte manuale hanno bisogno ad essere sonati.

Quanto ai flauti bene stette quello, che di loro fu dagli antichi favoleggiato: cioè che Pallade, d’essi inventrice, gli gettò via. Nè forse è male dire ch’ella il facesse per la bruttezza, che nel sonargli e’ fanno a altrui in bocca; che per tal conto la Dea gli avesse avuti in dispetto. Con tutto ciò egli è molto più verisimile a credersi, che una tal cosa seguisse, perchè la disciplina di tali instrumenti non giova nulla alla mente, ed a Pallade s’attribuisce la scienza, e l’arte.

Ma togliendo noi via l’erudizione artificiosa degli instrumenti musicali, e di tali esercizî, e artificiosa musica ponendo esser quella, che serve agli spettacoli, conciossiachè chi l’adopera in essi, non vi sforzi dentro per fine alcun virtuoso, ma per dare piacere a chi ode, e che questo piacere ancora vilmente vi si faccia, però affermiamo noi tali esercizî non essere da uomini liberi, ma da servili e da artefici. E la ragione è che ’l segno non ci è buono, dove egli hanno indiritta la mira perchè gli spettatori, essendo uomini vili, sogliono volere varietà di musiche, e però gli artefici musicali, che intorno a loro s’affaticano, fanno loro stessi, e le loro persone simili

no match

mediante li moti.


Ma io vo’ considerare più innanzi intorno a questa materia delle armonie, e dei numeri, se l’erudizione, cioè, si

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