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del popolo, perchè negli stati popolari, dove prevaglino le leggi, cotai capi popolari non v’insurgono; ma li cittadini buoni sono nei primi gradi; ma dove non prevagliono le leggi, quivi insurgono li popolari capi. E la ragione è, che il popolo è quivi monarchia; il quale è un solo uomo composto di molti, imperocchè il popolo è signore, non come un sol particolare, ma come molti. E Omero, se egli intende di questa sorte popolare stato, ove e’ dice:
- Malvagio imperio è dove molti han forza;
- Un sia il signore,
ovvero intende di quella specie, dove li più regnano a uso d’uno solo, non è bene manifesto. Un siffatto popolo adunche, essendo in guisa di monarca, cerca di governare solo per non essere sottoposto alle leggi, e diventa principe signorile. Onde avviene, che gli adulatori vi sono in pregio.
Ed è un tale stato di popolo corrispondente infra le monarchie alla tirannide. Onde avviene, che amendue hanno li medesimi costumi, e che amendue tengono sotto li cittadini virtuosi. E nell’uno sono i decreti suoi, non altrimenti che nell’altro i comandamenti, e li capi di popolo, e gli adulatori non hanno infra loro differenza alcuna: anzi stanno a proporzione l’uno dell’altro; e l’uno e l’altro di questi può assai. Io dico gli adulatori appresso li tiranni, e di capi popolari appresso di siffatti popoli.
E di ciò è cagione, che essendovi padroni i decreti, e non le leggi, essi popolari capi ogni cosa riducono al popolo onde ne risulta la grandezza loro: imperocchè il popolo è padrone d’ogni cosa, ed essi sono padroni delle voglie del popolo, conciossiachè egli ubbidisca loro. Oltra di questo tali capi popolari, accusando, li magistrati, affermano