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32 | trattato dei governi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato de' governi.djvu{{padleft:51|3|0]]sivamente fruirgli. E quando ei non possono ciò conseguire per mezzo del danaro, e’ si sforzano contuttociò d’avergli per altri mezzi; usando contro l’ordine naturale tutte le potenze dell’anima. — Conciossiachè l’intento della fortezza non sia l’acquisto dei denari, ma bene il mostrare l’ardire; nè sia ancora l’intento medesimo quello dell’arte militare, nè quel della medicina; ma dell’una sia la vittoria, e dell’altra la sanità. Ma questi tali l’hanno tutte ridotte ad arti, che abbiano per oggetto danari; come se questo fosse il fine d’ogni cosa; e che a tale si dovessero indirizzare, tutti i mezzi. Che sia adunque l’arte non necessaria, che è intorno ai guadagni; e per che cagione s’abbia di lei bisogno, e della necessaria siasene detto infino a qui, e dimostrato abbastanza la diversità di esse; e che l’arte appartenente al governo della famiglia è naturale, ed è intorno al nutrimento; e non è, come le dette, infinita, ma che ella ha termine.
CAPITOLO VII.
qual sia il guadagno necessario.
È di qui manifesto il dubbio da principio proposto, se l’arte, dico, che è intorno a fare denari s’appartiene al governo di casa ed a quello della città, o no. Anzi è di bisogno, che tale guadagno sia loro perparato innanzi; perchè così come la facoltà civile non fa gli uomini, ma pigliandoli fatti dalla natura, gli va poi disponendo: medesimamente è di necessità, che la natura dia il nutrimento per mezzo della terra o del mare, o in qualche altro modo simigliante. E dopo questo l’uffizio del buon padre di famiglia è di tali cose rettamente disporre; che nè al tessitore s’appartiene fare la lana; ma bene