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onor apprezza.

Nè solamente gli uomini commettono le ingiurie per mancar delle necessità, delle quali stimano eglino esser rimedio l’ugualità della roba: acciocchè e’ non abbino a spogliare altrui per non patir freddo, nè per patir fame. Anzi le commettono ancora per cagion di rallegrarsi, e per non aver desiderî; perchè s’egli hanno troppi desiderî delle cose necessarie per medicargli e’ commetton l’ingiurie. Nè commettono essi ancora l’ingiurie per questa sola cagione; ma perchè se e’ desiderassin cosa alcuna, acciocchè e’ se la potessin goder con piacere, e senza dolore.

Or qual fia il rimedio di questo tre cose? Ai primi un po’ di facoltà; e qualche esercizio; e agli altri la temperanza. E i terzi, se e’ voglion rallegrarsi in loro stessi, non cerchin d’altronde il rimedio, o la via di questo, che dalla filosofia. Che invero l’altre medicine, che vengon dagli uomini, sono insufficienti; conciossiachè grandissime ingiurie si commettino per le soprabbondanze delle cose: e non per la necessità. Verbigrazia, e’ si vuol la tirannide non per cagion di schivar il freddo. Onde grandi onori si danno a coloro, che i tiranni ammazzano; e non a quei, che ammazzano i ladri. Onde si può scorgere, ch’il modo trovato negli ordini di Falea è ajutatore di pochi danni, e di piccioli.

Ancora ne’ suoi ordini ne sono assai, che fanno i cittadini ben disposti inverso di lor medesimi. Ma e’ non basta questo, anzi bisogna star ben disposto ancora coi vicini, e con le genti forestiere; per il che fa di mestieri ordinar la republica all’arme. Della qual materia non fa egli menzione alcuna. E il medesimo modo tien circa le facoltà; perchè e’ non basta, ch’elle servino ancora per i pericoli, che venghin

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