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32 Arte italica.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Trattato di archeologia (Gentile).djvu{{padleft:72|3|0]]stita di ciottoli a secco, senza cemento, ovvero formata di lastre a modo di cassa, cioè quattro laterali, una nel fondo e una per coperchio; talvolta la fossa ha un semplice lastrone per coperchio. Alle fosse spesso è sovrapposto un sasso, come cippo o segno esterno. La misura media delle fosse è di m. 0.80 per 0.40. Dentro la fossa sta sempre deposto un vaso a forma di cono a larga base, o più propriamente formato in basso d’una rozza semisfera, su cui insiste un tronco di cono, e nel punto di congiunzione formasi l’espanso ventre del vaso, munito solitamente di una sola e piccola ansa orizzontale, meno spesso di due anse; la bocca del vaso è coperta con una ciotola o scodella sovrappostavi rovesciata, anch’essa solitamente munita d’un solo manico (tav. 12, 10, 11). Questo vaso è l’ossuario o vaso cinerario, che conteneva i residui del cadavere combusto, giacché in questo antichissimo periodo il rito della cremazione appare generale e costante, e forse è proprio delle stirpi arie, che dall’Oriente portarono le funebri costumanze. Nelle tombe umbre-felsinee, che sommano a più centinaia, s’incontra qualche esempio di cadavere umato, ma in minima proporzione, cioè appena del 4 per 100, e i caratteri craniologici di questi sembrano indicare davvero una razza diversa dagli Umbri.

In questa suppellettile funebre abbiamo elementi certi d’arte. Gli ossuari sono spesso esternamente ornati a graffito, con linee di meandri, triangoletti, zig-zag, cerchielli (ved. tav. cit.), segnati con una punta nella argilla ancor molle; gli stessi elementi ornamentali alcune volte sono tracciati a colore con una tinta biancastra, o anche a rilievo con leggiera striscia di pasta biancastra riportata sul vaso.

Nella fossa, intorno all’ossuario, stavano sparsi

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