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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Un giovinetto di Canzano.djvu{{padleft:14|3|0]]
40Menin lor danza, io toccherò mia lira2
A melodíe dolcissime; e a quel modo
Che dentro amor mi detterà, cantando
Andrò le vaghe Imagini, i diletti
Di amico Sogno..... — Qui vermiglia fiamma
45Su le pallide guance a lui saliva,
Parea tremargli ’l core, e qual chi tratto
È da un vano deliro, Oh, interrompea
Pietosamente, io..... non godrò.....! lusinghe,
Voi non avete più vaghezza! Ahi quanti
50Occhi piangenti in luttuosa bara
Me guarderan disteso, e con devoto
Labbro andran susurrando — O giovinetto,
Riposa in pace..... — . E si tacea, chè nodo
Feagli alla gola il duolo; e, abbandonando
55Le aperte braccia in sul terren, piangea.
Se dentro a vil casipola, in sul nudo
Terren gittando la misera vita
Agonizza un morente; o in molli piume
Tal si affanna, che nullo abbia conforto
5Da chi dar non potrebbe altro che pianto
Su le coltri funerëe, l’amico
Angelo a cui commessa è la custodia
De l’egro inconsolato, in uman viso
A lui si mostra, e disïosamente
10Con cenni e con parole a l’alto passo
La dubbia alma avvalora. Or chi s’appressa
A romper d’alcun raggio il nugol tetro