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AL SIG. CONTE CLEMENTE PIETRA




SONETTO XVII.


Conte, io vi veggio colla mente ognora
  Piangere, e sospirar l’alto cordoglio
  Del gran Duce, e gran Mastro; ond’io mi doglio,
  4E verso a doppio il duol per gli occhi fuora:

E con voi tutta quella schiera, ch’ora
  Nasce, e fia tal, ch’io, che son veglio, e soglio
  Non mentir, spero un dì, se non qual voglio,
  8Vederla quanta altra mai fusse ancora.

Nolla prenda il vil barbaro in disprezzo,
  Ch’altrui fato, o follìa, non sua virtute,
  11Gli diede quel per grand’error, ch’avvezzo,

Nè degno era d’aver: sovente il vezzo
  Si muta, e grave danno è gran salute:
  14Suol chi vince da pria, perder da sezzo.

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