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AL SIG. BERNARDINO GRAZINI




SONETTO XXI.

 
Poscia che tanto grave, e così scuro
  Tempo s’è fatto omai lieve, e sereno;
  E l’alto Cosmo d’ogni valor pieno
  4Tornato è, se non lieto, almen sicuro;

Da voi, caro Grazin, m’involo, e furo
  A questo Poggio più d’ogni altro ameno;
  E mi pare il partir (se bene in seno
  8Vi porto, e portai sempre) acerbo, e duro.

A voi per somma cortesìa non spiaccia
  Per vostro, come io son, tenermi, e dire
  11Al Vinta mio, ch’al buon Concin mi faccia

Raccomandato, e se non è l’ardire
  Mio troppo, fate voi, che non si taccia
  14Quanto debba a Hennando il nostro Sire.

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