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AL MOLTO REV. DON SILVANO RAZZI




SONETTO XXXI.


Se queste selve, e questi monti appena
  Tengon, Silvan, le lagrime, e i sospiri,
  Chi sarà che non pianga, e non sospiri?
  4Di ferro è ben chiunque oggi non pena.

Io per me prego lui con pura, e piena
  Fede, cui noti son nostri desiri;
  Che mi tolga di quì pria che più miri
  8In tanta il mio Signore angoscia, e pena.

Bench’ei più ch’altro mai, fermo, e costante,
  Come quel, che Dio teme, e da lui spera
  11Per fragil vetro aver saldo diamante,

Con gli occhi fissi al Ciel: l’Alma non pera,
  Dicea, Signor, se pere il corpo in tante
  14Doglie, e si sface più ch’a fuoco cera.

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