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del castello di trezza 217

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verga - Novelle, 1887.djvu{{padleft:227|3|0]]fosse avvenuto, senza che una parola fosse stata detta, senza che Luciano stesso sapesse ancora perchè ei fosse così turbato, perchè l’imbarazzo di lei rendesse imbarazzato anche lui, e perchè si fosse accorto del cambiamento del signor Giordano. Una bella sera di luna piena tutta la comitiva era uscita a passeggiare, e Luciano offrì risolutamente il braccio alla signora Matilde; ella esitò alquanto, ma non osò rifiutare; camminavano lentamente, in silenzio, mentre gli altri ciarlavano e ridevano; ad un tratto ella gli strinse il braccio, e gli disse con un soffio di voce: — Vedete!

Il signor Giordano era lì presso, dando il braccio alla signora Olani. La mano che stringeva il braccio di Luciano era convulsa e tremante, la voce avea una vibrazione insolita.

Quando il signor Giordano ebbe lasciata al cancello della villa la signora Olani, sembrò lasciare anche una maschera che si

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