< Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 236 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verga - Una peccatrice.djvu{{padleft:234|3|0]]

— E non me lo dici perchè hai pietà di me?... e non me lo dici perchè io muoio?!... — seguitò ella aggrappandosi al suo collo, nelle convulsioni dell’agonia, con quel moto incerto e straziante del volto e delle labbra che cercavano il volto di lui per baciarlo.

— Oh, no!... non ti ho mai amato come t’amo!... Narcisa!... Narcisa!... non mi abbandonare!...

— Grazie!... grazie!... — mormorò la moribonda con un anelito interrotto che la stentata respirazione soffocava nella sua gola; — grazie!... oh! la vita!..., dottore, fatemi vivere... egli mi ama!!... io non voglio morire!!! — finì con accento straziante.

E non potè più proferire, quantunque agitasse ancora penosamente le labbra, e alcuni suoni rochi e interrotti scappassero dalla sua gola arida.

Ella rimase come profondamente assopita; riscossa di tratto in tratto da sussulti convulsivi: rivelando mille impressioni, ora deliziose ora tristi, nella mutabile espressione dei suoi lineamenti, in cui l’occhio soltanto, colla sua larga e lucida fissazione faceva prevedere la morte.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.