< Pagina:Verginia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

53

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:109|3|0]]

Se come cielo & terra esclama sei
  Pietà infinita, ogni mia colpa monda
  27Et con fe dunque miserere mei:
Chi temo anchor del mar piegar ogn’onda
  Che l’alma mia al gran giudicio tratta
  30Da la giusta ira del tuo figlio asconda
Beate fere, e uccei quai non retratta
  Timor d’inferno, & drieto al morir certo
  33Raggion non rendon di lor vita essatta
In tutto il viver mio caduco e ’ncerto
  Di me ribel a la tua maestade
  36Sento colpe infinite & nessun merto:
Et io stesso direi gran crudeltade
  Essere el perdonarmi ogni error forte.
  39Se ogni error non cedessi a tua pietade.
Qual per me esclusa dall’eterna corte
  Piu non seria infinita ma poca.
  42Poco il tuo parto & di Giesu la morte.
Da poi che indarno mai nissun t’invoca
  Quel sommo Dio che tutto puo non puote,
  45Lasciar quel che sua speme in te colloca:
Per quel che usci di tue luci divote
  Mar di lagrime mentre in croce essangue
  48Vedesti el figlio in mezzo a ch’il percuote:
(Non consentir, qual fior, ch’al vento langue)
  Da Satan’impio & da sue genti adverse
  51Sia vinto l’huom redento col tuo sangue
Fa le lagrime mie non sien diverse
  Da quelle di colei ch’el piede santo


[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:109|3|0]]


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:109|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.