< Pagina:Verginia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

ATTO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:12|3|0]]

  Perche non debbo far l’ultime prove
  Per poter far del mio Principe acquisto?
  Chi ha rispetto assai, mai satia voglie,
  Et chi l’arbor non sal, frutto non coglie:

Starò richiusa qual vil feminella,
  Qual ha lagrime & strida sol per armi?
  Tanto mi stringe quella faccia bella,
  Ch’io dispongo, o morire, o contentarmi,
  Ma spero anchor che quella forte stella
  Mi potria scior, come pote legarmi,
  Che gia mi fa la sua forza infinita
  Sopra l’etate, & sopra el sesso ardita:

In casa andrò pel famoso licore
  El qual richiuso tengo in vaso d’auro
  Ch’al Re guarira el braccio, & a me el core,
  Et posseder farammi el mio thesauro,
  Qui non bisogna, o indugio, o timore,
  S’io voglio a danni miei, trovar restauro,
  Che ne suo servi amor, ch’è dio magnanimo
  Sollecitudin vuole, ingegno, & animo.

El Re di Napoli
essendo amalato dice cosi.


Poi chel sol quasi in Occidente è fitto,
  Et ombra porge ogni selva ogni sasso
  Fuor della terra al marittimo litto
  Piglian nostro camin con lento passo.


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:12|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.