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PRIMO. 5

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  Forse linira el duol da cui trafitto
  E giorno & notte el miser corpo lasso
  Perche la spira ogn’hor, si soave aura
  Ch’ogni affannato spirito restaura.

Stendesi el regno mio Parthenopeo
  D’Apulia a salti, & di Lucania al monte,
  Et ha el mare Adriatico & lo Egeo
  Per termin suoi, & Grecia opposta a fronte,
  Ma che mi val? se questo dolor reo,
  Non tole el regno o le ricchezze pronte?
  Conosco ben, ma con mio danno espresso,
  Ch’io ho regno & thesor, ma non me stesso.

Italia, Gallia, Germania, & Egitto
  Fatto ho cercare, & nel tempio di Giove,
  Et dove Alcide sue colonne ha fitto,
  La steril Libia, ove mai tuona, o plove
  Lo Hidaspe, el Tago, & l’infelice litto
  Ove il magno Pompeo perse sue prove
  Et non ritrovo ad mia vita meschina
  Arte, herba, incanto, ingegno, o medicina:

Prin.O nobil Re in molte adversitate,
  Si vede se l’huomo ha molta prudentia:
  Quando incurabil sia l’infirmitate
  Non ce miglior ripar che patientia:
  Ma so che le tue doglie fien curate
  Con arte, ingegno, o vecchia esperientia,


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