< Pagina:Verginia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

P R I M O. 9

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:21|3|0]]

  Mia vita si struggea come al sol neve,
  Hor l’ha saluato una fanciulla pia
  Quel ch’erbe, medicine, huomini & dei
  Non poten fare, ha potuto far lei.

Venga Virginia presto al mio conspetto,
  Che mai a tanto don non sarò ingrato,
  Vir.Che dimandate signor mio diletto?
  Re.Che dica quel baron t’è in sposo grato:
  Vir.O Re el cor da troppo amor costretto
  Se chiede quel non dee sia perdonato,
  Largite a me, che v’ho tolto da morte
  Di Salerno el gran Principe in consorte.

Re.Dhe dimanda altro don figliuola mia
  Più tosto el regno teco io vo partire
  Benche per fede obligato ti sia
  Potrai da me maggior ben conseguire,
  Che se a tua voglia consentito fia
  Nascera sdegno, pianti, incendiij & ire
  Chiedi thesori, accio stia el regno in pace,
  O uno altro baron qual piu ti piace.

Vir.Se a me donasse le odorate ariste
  D’Arabia, se i liquor persi, o Sabei
  Se l’arene del hermo in or commiste.
  Se le gemme de gl’Indi & de Caldei,
  Se facessi segar miei membre triste;
  Di quel c’ho detto mai mi muterei;


Virgin.         B

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:21|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.