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S E C O N D O 13

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  Et obbediendo a tuo precetti soli,
  Porren per te robba, sangue & figliuoli:

Vir.Orator saggio & d’ogni virtu pieno.
  Te & color che ti mandon ringratio:
  Et humilmente prego el ciel sereno
  Che togliate & lor d’affanno & stratio:
  Giusto abondante, pacifico, ameno.
  Tener quel popol mai mio cor fia satio.
  Et sforzerommi se Dio lo concede.
  Rimeritar, tanto amor, tanta fede:

Ruf.Signor da poco in qua par tu ti sfaccia.
  Si come neve posta al sole ardente.
  Hor che vuol dir la tua pallida faccia?
  El tuo silentio & solitaria mente?
  El dimostrar ch’ogni piacer ti spiaccia
  El mangiar poco el tuo dormire niente,
  E pensieri, i sospir mi fà gran segno
  Ch’amor t’habbi legato nel suo regno.

Prin.Tua presuntione a punirti m’invita.
  Che vuoi saper s’el cor mio è lieto, o more
  Ruf.Sforzami fede una pieta infinita,
  Et fo l’uffitio di buon servitore:
  Se tu non scopri la mortal ferita,
  Chi potrà mai curare el tuo dolore?
  Lasso non vedi che te stesso uccidi
  Se de la tua salute li diffidi?


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