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S E C O N D O. 16

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  Io vo pensare alla mia salvatione,
  Crepi pur lui se sà, & venga meno;
  La lettera m’ha dato porterone,
  Ma chi sà se la serpe io porto in seno?
  Prima ch’io la presenti non mi lice
  Aprirla, & veder ben quel ch’ella dice?


Epistola del Principe a Camilla.

Prin.
S’
Io potessi salvar mia vita afflitta

Senza el soccorso de tuo dolci lumi,
  Non saria questa a te piangendo scritta:
Ma perche giorno & notte mi consumi
  Con virtù rara, & bellezza suprema
  Da fare e monti gire, & stare e fiumi;
Prima ch’io giunga amando a l’hora estrema
  Forza è ti scriva, & scrivendo el tuo nome
  Piangon gliocchi, arde l’alma, & la man trema:
Et prego te per le tue aurate chiome,
  Pe potenti occhi, & pel candido petto,
  Ch’amor m’ha nel cor scritto, & non sò come,
Che legga questa con piatoso aspetto,
  Che vita dia: se di quella son degno:
  A me tuo fido, & devoto suggetto:
Che lasci ogni superbia, ogni ira, & sdegno;
  Non presontion, ma tormento infinito
  Mosso han la penna, e ’l lagrimoso ingegno:
Et se troppo animoso amar t’invito
  Incolpa donna tua bellezza altera


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