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A T T O

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  Sia tu men bella, io saro manco ardito:
Tu puoi co’l volto addolcire ogni fera.
  Tu ritener le saette adirate,
  Et a tua posta far ch’i viva, o pera:
Ma se qual cera al foco, ogni beltate
  Manca, o qual fior che in un di nasce, o more,
  Godi hor che puo, tua fuggitiva etate:
Che veder poi ti fia doppio dolore
  Vecchiezza sequestrar tutte tue voglie.
  Però spendi in piacer le tue brevi hore:
Quel ch’e frutti, & le rose al tempo coglie,
  È saggio, & chi le lascia, o cura poco.
  Quando vuol poi. sol trova spine & foglie:
Io ardo, io mi consumo, in ogni loco,
  Et viver nelle fiamme el mio cor brama.
  Pur che di te sia reciproco el foco:
Non cercar d’esser cruda al mondo fama,
  L’haver ucciso; o che gloria ti fia,
  Un tuo servo fedel che tanto t’ama?
Sospende in me la fiamma atroce & ria,
  Se da mortal sospir, sostiene alquanto,
  A me la vita che piu tua che mia.
Fammi dolce mio ben felice tanto,
  Che in qualche loco a tuo pie genuflesso
  Dir ti possa mie pene, e ’l crudo pianto,
Perche nel scriver è gran dubbio spesso:
  Et prima che vedere offeso, o tolto
  El tuo honore, ucciderei me stesso;
Benche temer non de tuo dolce volto,


Tu se

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