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A T T O      S E C O N D O.

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  Son io ruina de la mortal gente?
  O getto tosco qual mortifero angue?
  O sempre a me crudel fortuna ardente
  Satiati hor mai de le membra mie essangue.
  Morte i ti chiamo ogn’hor, ma non mi struggi
  Che persegui i felici, e i miser fuggi.

Se ’l sangue mio die dar pace a l’etate,
  Ecco a le spade ignude offerto el petto,
  Se ’l Principe con tanta crudeltate
  Vuol pur ch’io mora, et io la morte accetto:
  Ma meritava pur qualche pietate,
  El fallo mio da troppo amor constretto.
  Perseguami, ciel, terra, acqua, aria, & foco,
  Ch’a tanti stratij questo corpo e poco.

An.Presto portate acqua di rose & mirto,
  Perfetto aceto, & malvagia raspante.
  Per convocare el fuggitivo spirto,
  In queste membra tribolate & frante:
  Principe dur piu che morte, impio & tristo
  Hoggi è contenta la tua voglia errante
  Hora senza piu indugio, o piu rispetto.
  Portianla dentro & posianla su ’l letto:


Fine del secondo Atto.



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