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A T T O     T E R Z O.

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Prin.Ho palpato, ho toccato el latteo petto
  La dolce bocca sua ch’ambrosia stilla,
  E negri & tremuli occhi al cui conspetto
  Del sol la luce confusa vacilla,
  Gustato ho el parlar dolce a cui soggetto
  Ho fatto el corpo, & l’anima ancho ancilla.
  Mai più m’intendo partir da Milano,
  Dapoi che tanto ben m’è posto in mano:

Ruf.In dieci di el patrone ho visto apena
  Forse crede trovar qualche thesoro:
  Quella non è d’argento o d’or la vena,
  Ma di sospiri, gelosia & martoro,
  Se hormai non ha tutta sua voglia piena,
  Non so quando gli possi dar ristoro
  Non sol Camilla, ma huomini & dei
  Che dieci notte ha dormito con lei.

Quella traditoraccia della madre
  Come m’ha ben dileggiato, & schernito,
  El volto el petto, & le membra leggiadre
  Mostrato m’ha, per crescere l’appetito,
  Fidate poi di queste donne ladre,
  Ben uccellato m’ha, ben m’ha tradito
  Et di mercante m’ha fatto l’orecchie,
  Ma anchor si piglian delle volpe vecchie.


Finisce il terzo atto.


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