< Pagina:Verginia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Q U A R T O 37

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:77|3|0]]

  O ti verro a dar qualche conforto.
  Et fare intendo ogni impossibil cosa
  Per riveder la tua faccia pietosa.

Vo scongiurar fra selve, & fere impaste:
  Que dei antiqui che gia fer miraculi.
  Et tutti essecutor di Zerohaste,
  Con sigilli carattere, & pentaculi,
  Stelle, herbe incantatrici impie & nefaste,
  Spirti, propheti, sibille, & oraculi,
  Tanto ch’io sappi in qual parte è colei
  Che ne porta con seco i sensi miei.

Io vo passare el Danubio veloce,
  Dopi i confin de la gelida illiria
  Et l’Eufrate che l’arene coce,
  Et da la Armenia divide l’Assiria:
  Passar voglio Hiasarte in Scithia atroce,
  El Giordano in Giudea, Gorgo in Assiria.
  Passar voglio India & l’Egitto, ove frange
  Per diversi paesi el Nilo e ’l Gange:

Et vo cercar le zone inhahitate,
  Cercar vo le Meotide palude,
  Et le montagne caspe nominate,
  De parthi, & de gli hircan le selve nude.
  Intorno da l’Ocean circondate
  Le sette Insule pie, le sette crude,
  Cercar voglio, acqua, & terra, el ciel superno,
  Et se non basta cerchero l’inferno:


Finisce il quarto atto.



[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:77|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.