< Pagina:Verginia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Q U I N T O 42

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:87|3|0]]

  O per farmi morir se a la tua pace
  Non son, buona, son buona a la vendetta.
A me forza è voler quel ch’a te piace,
  Poi che a l’effigie tua ch’el cor m’invola
  M’ha dato in preda amor cieco, & fallace:
S’altro non cerchi che mia morte sola,
  Ecco al tuo ferro termin di mie pene
  Offero el petto & offero la gola.
Se tu vuoi gliocchi che mia fronte tene,
  Io me gli caverò; se ’l sangue vuoi,
  Io stessa m’aprirò tutte le vene:
Fammi gettare in mar, se a pesci suoi
  Vuoi ch’io sia cibo, o mie membra languenti
  Fa stracciar da li uccelli impasti tuoi.
Et se questo non basta, in fiamme ardenti
  Fammi porre & ridurre in cener pia,
  Et la cener dipoi gettare a venti.
Ma pria che devorata, o arsa sia,
  Aprimi el cuore innocuo, & senza vitio
  Vedrai ch’el nome tuo scritto in quel fia.
Per dar di tanto amor piu certo inditio,
  Et contentarti o mio terrestre dio
  Ti fo di questo corpo sacrifitio.
Poi ch’una volta tua faccia veggo io
  Uccidimi se sai che le tue braccia
  Saran grato sepulchro al corpo mio.
Et se pur vuoi sepulchro a me si faccia
  Di visitarlo, & dire infelice ossa
  Requiescite in pace al men ti piacia.


F         ij

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Verginia.djvu{{padleft:87|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.