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ATTO PRIMO.
Virginia.
Qual più persegua ogni cielo ogni stella
Di me ridotta in amorosa guerra
Semplice, & in esperta damigella
Amor nel petto mio scolpito serra,
Una faccia crudel piu ch’el sol bella,
Et cinto ha per accrescer le mie pene
Me bassa, & vil d’altissime cathene:
Io d’Hippocrate fisico figliuola:
Virginia infortunata in sempiterno,
Amo Alessando che progenie sola
Fù del Principe invitto di Salerno;
Et quel che piu mio tristo spirito invola
E che equale a lui me non discerno,
Questa è pur cosa horrenda impia & proterva
Che s’accenda del suo signor la serva:
So ch’io non son a la sua altezza equale,
Misera lassa io lo conosco & veggio,
Ma tanto è cieco amor tanto è mortale
Ch’io vedo & lodo el meglio, & seguo el peggio
Poi ch’al soccorso mio cosa non vale
Amor per minor duol la morte chieggio
Poi che mi sforza questo signor degno
Con bellezza, virtu, gratia, & ingegno.
A iij |
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