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CAPITOLO XXVIII.
Nel quale Gambalesta non riesce a far intendere il linguaggio della ragione.
Il treno, lasciando Great-Salt-Lake e la stazione di Ogden, salì
durante un’ora verso il nord, sino a Veber-River, avendo percorso
novecento miglia all’incirca da S. Francisco. Da quel punto in avanti,
esso ripigliò la direzione dell’est tramezzo ai massi accidentati
dei monti Wahsatch. Precisamente in questa parte del territorio
compresa tra le dette montagne e le Montagne Rocciose propriamente
dette, gl’ingegneri americani si trovarono alle prese con le più
serie difficoltà. Perciò in quel tratto la sovvenzione del governo
dell’Unione ascese a quarantottomila dollari per miglio, mentre non
era che di sedicimila dollari in pianura, ma gli ingegneri, come fu
già detto, non violentarono la natura, giuocarono con lei d’astuzia,
girando le difficoltà, e per arrivare al gran bacino, una sola
galleria, lunga quattordicimila piedi, venne scavata in tutta la
lunghezza del rail-road.
Gli era appunto al Lago Salato che il tracciato aveva raggiunto il sommo dell’altezza. Da questo punto, il suo profilo descriveva una curva molto allungata, abbassandosi verso la valle del Bitter-Creek, per risalire sino al punto di divisione delle acque tra l’Atlantico e il Pacifico. I rii era