< Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
108 alla contessa lampertico-valmarana.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giacomo Zanella.djvu{{padleft:122|3|0]]

  O ti desse a regnar l’avventurose
Isole, dove un dì fate e sirene
  Visser tra grotte di smeraldo ascose
16E fiumi che volgean d’oro l’arene.

  Altri sono i tuoi voti. Innamorata
De’ lari tuoi, qual tortora che asconde
  Sotto le piume i pargoletti e guata
20Tremante, se stormir oda una fronde,

  Tu vivi per altrui: lieta se miri
Giulivo il tuo drappello al desco accolto:
  Di cordoglio atteggiata e di sospiri
24Se sieda il duol di que’ diletti in volto.

  Vita arcana d’amor, profondo foco
Che ti divampa nell’ingenuo core,
  Di sante gioie consolando il loco,
28Ove hai regno, o gentil, regno d’amore.

  Cotal arde bruciando e si consuma
L’incenso; ma d’eterëa fragranza
  Un nembo, che le quete aure profuma,
32Di vortici beati empie la stanza.

  Vivi pe’ tuoi! Come fulgor di sole
Da molti specchi ripercosso intorno,
  L’amor tuo dallo sposo e dalla prole,
36Doppiando i raggi, a te farà ritorno;

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.