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la donna forte. 211

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  Alla nave ella somiglia
D’avveduto mercator,
Che da lungi alla famiglia
20Torna ricca di tesor.

  Sorse al lume delle stelle,
Diede cibo a’ suoi garzon,
E chiamò le fide ancelle
24Ad allegra imbandigion.

  Con sottile accorgimento
Guardò un campo e l’acquistò:
Poi coi frutti del suo stento
28Una vigna vi piantò.

  I magnanimi suoi fianchi
Ha precinti di valor;
Non è giorno in cui si stanchi
32Il suo braccio nel lavor.

  I suoi traffichi condotti
Vide ognor con equità,
E gioinne. Nelle notti
36La sua lampa non morrà.

  Il cammino a lei dischiuso
Fu de’ forti non invan:
Fra l'ancelle all’ago, al fuso
40Ella inchina la sua man.

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