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270 il sogno.

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  Qui veder mi pareva un giovinetto
Cinto le tempie d’immortale alloro
36Scendere a tacita orma entro il mio tetto.

  Più schietta leggiadrìa, pari decoro
Mai non fu visto dall’antiche genti;
39Nè mai l’arti sudaro egual lavoro.

  Gl’intonsi crini, lunghi e rilucenti
Sovra il collo cadevano stillanti
42Larga rugiada d’odorosi unguenti.

  Diffuso era un candor ne’ bei sembianti
Qual è quel della luna; e neve e rosa
45Era il bel corpo che sdegnava ammanti.

  Tale il colore di novella sposa,
Quando nel velo nascondendo il ciglio
48Segue il marito onesta e vergognosa:

  Tale il color, se l’amaranto al giglio
Accoppian le fanciulle; e tale il melo
51Fassi in autunno candido e vermiglio.

  Adombravano il piede, che del cielo
Dai nitidi sereni si diparte,
54Gli aerei fluttuanti orli del velo.

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