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saffo a faone. 283

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  Torna, torna, leggiadro, al palpitante
Mio sen! Non chieggio che tu deva amarmi;
141Soffri solo ch’io possa esserti amante.

  Scrivo; e l’impresse note a cancellarmi
Diffuso pianto dalle ciglia piove:
144Vedi che appena tu discerni i carmi.

  Che s’eri fermo omai girtene altrove,
Addio, Saffo, perchè non mi dicesti?
147Io non chiedea dall’amor tuo gran prove.

  Ah, non gli ultimi pianti e non avesti
Gli ultimi baci, o caro; ed io già scorti
150Non ho quai m’attendean fati funesti.

  Di me tranne l’ingiuria altro non porti;
Non un mio pegno, un mio vezzo non hai
153Che di memoria l’amor tuo conforti.

  Lassa! e ricordo alcun non ti lasciai;
Io sol detto t’avrei che tu volessi
156Ricordarti di me che vivo in guai.

  Per Amore io ti giuro, il qual non cessi
Giammai da’ nostri cori, e per le Muse
159Che de’ foschi miei giorni arbitre elessi;

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