< Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
302 ero a leandro.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Versi di Giacomo Zanella.djvu{{padleft:316|3|0]]


  La lampa al cui chiaror scrivo, scintilla
Lieta scoppiando, e d’avvenir felice
204Porge giocondi augurî alla pupilla.

  Ecco su’ fausti fochi la nutrice
Il vino infonde e, — Tre sarem domani, —
207Un colmo nappo tracannando, dice.

  Mio ben, fa’ che siam tre, fa’ che lontani
Mai più non siam: così t’arrida Amore,
210E l’onda al nuoto Citerea ti spiani.

  Perchè, perchè se t’ho rinchiuso in core,
Così di rado al tuo fianco mi assido?
213Torna, torna a tue tende, o disertore.

  Anch’io vorrei talor scender dal lido;
Poi m’arresta il pensier che alle donzelle
216È questo mar più che a’ garzoni infido.

  Frisso il varcava e l’incolpabil Elle;
Frisso fu salvo; e solo alla nemica
219Onda diè nome l’incolpabil Elle.

  Forse paventi che la lena antica
Al ritorno ti manchi e non risponda
222Dell’iterato nuoto alla fatica?

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.